Cos’è l’adolescenza?
L’adolescenza è una fase di vita di grande crescita, ma anche di grossa vulnerabilità . I ragazzi si trovano ad affrontare
svariati cambiamenti: dal corpo, alle amicizie, alla scuola, i propri gusti, le nuove emozioni, in un tempo che sembra molto breve. Iniziano quindi a sperimentarsi, a procedere per tentativi di errori, e scoprire i propri gusti, i propri bisogni e le proprie capacità. Questo cambiamento globale porta, gradualmente, gli adolescenti a sentire la nascita di alcune sicurezze dentro di sé, sentono che non dipendendo più solo dall’approvazione esterna e da una sicurezza che arriva dai genitori; ciò li porta anche a scontrarsi con i
limiti, che spesso fino ad oggi sono stati spesso mediati, addolciti, da te mamma o papà. Affrontare questi cambiamenti non è per niente facile e iniziano a sentire una
forte ambivalenza nel mantenere una dipendenza, dai genitori, che tanto conoscono e dà sicurezza, ma che allo stesso tempo rifiutano perché limita e ostacola vs un’indipendenza che permette di sperimentarsi e scoprirsi.
Cosa ha bisogno di fare il nostro adolescente?
Di imparare a capire i propri
bisogni, differenziarsi e sentirsi sicuro, avere fiducia in sé potendo così tollerare i fallimenti, inoltre ha bisogno di un’area segreta che è quella che permette un movimento emancipativo verso il nuovo.
Adolescenza ieri e oggi:
Ultimamente sentiamo moltissimo parlare di adolescenti, in articoli, fatti di cronaca, programmi tv, social, proposte di intervento. Gli interventi spaziano tra riflessioni che paragonano gli adolescenti di oggi e quelli di ieri ( penalizzando quelli dei nostri giorni), al bullismo, alla perdita di valori e la tanto gettonata dipendenza da internet, arrivando a percorsi/libri/ interventi di sostegno ai genitori per “ sopravvivere “ ai propri figli etc.
Anni fa il modello di educazione era basato sull
’autorità ad oggi osserviamo un rapporto genitori- figli basato maggiormente su un rapporto di amicizia, spesso però senza la capacità di mantenere il ruolo del dare limiti .
Ad oggi sembrano esserci quindi
due tipi di famiglie:- La famiglia con stile educativo normativo: sono presenti norme rigide, poco dialogo e confronto. Questa eccessiva severità ha portato spesso i giovani a cercare all’esterno l’indipendenza e libertà, anche sessuale, in modo a volte poco prottettivo e non essendo pronti per farlo.
- La famiglia affettiva: dove è presente una maggiore espressione degli affetti, dell’accudimento, spesso molto concentrata sul soddisfare tutti i bisogni dei propri figli. Ciò è spesso conseguenza di una presa di posizione dei genitori di NON voler ripetere modelli genitoriali troppo ” rigidi” vissuti nella propria adolescenza. Il rischio è l’eccesso: quindi con poco spazio di sperimentazione per i ragazzi che si trovano ogni bisogno soddisfatto e un iper protezione, oppure un atteggiamento troppo amichevole e che non riesce a stabilire e far rispettare i limiti. Gli stessi limiti che gli adolescenti non vogliono, che portano allo scontro, ma che li proteggono.
Scuola e valore personale:
Quante volte il
rendimento scolastico diviene il fulcro dell’attenzione, tutto sembra ruotare attorno a quello? A volte diventando premio/ punizione su hobby e libere uscite?
Il rischio che questo diventi sovrapponibile al valore personale del ragazzo. Ciò diventa molto pericoloso perchè i ragazzi faticano a vedere la scuola come una risorsa per la propria crescita, ma sviluppano un’avversione, un rifiuto o un iperinvestimento totalizzante. Quanto tu genitore, insegnante, lasci che la dimensione scuola e successo scolastico diventi espressione di bravura, bellezza di tuo figlio? Di riconoscimento sociale ? (Pietropolli Charmet, in Rosci, 2003, p. 88).
Modello o prolungamento?Quali rischi per gli adolescenti:
Il rischio qual’è? La scuola diventa luogo di rispecchiamento narcisistico o una mortificazione, ovvero fonte di rabbia verso il proprio figlio che non riesce ad avere un buon andamento. Questo come proseguimento di un successo scolastico tramandato in varie generazioni o come rivendicazione da parte del genitore che non ha potuto studiare o non ha capito all’epoca l’importanza di farlo. Gli adolescenti diventano quindi l’incarnazione di una propria rinascita e soddisfazione del proprio bisogno di successo. Ma cosa provoca in loro? I ragazzi imitano e interiorizzano che è sempre necessario un
riscontro esterno per dare senso a sè nella vita, per dimostrare di valere qualcosa, agendo quindi su due fronti:
iperinvestendo sulla scuola, sacrificando le relazioni con i pari oppure
disinvestendo nella scuola non tollerando la frustazione di essere come gli altri si aspettano. I nostri adolescenti non riusciranno a capire i propri bisogni, non riusciranno a costruire relazioni con i pari costruttive, a tollerare la frustrazione. Spesso gradualmente si demotivano, si arrendono, a volte passano in una sensazione di apatia totale cercando scorciatoie in mondi virtuali che amano ( youtuber, influencer).
Un aiuto esterno:
L’adolescenza è una fase di crescita, una fase di cambiamento nel ciclo di vita e non è semplice per i ragazzi affrontarlo da soli e per i genitori capire come aiutare i propri figli o alunni. Chiedere un aiuto esterno aiuta i ragazzi ad entrare in contatto con alcune emozioni, pensieri e risorse che faticano a percepire da soli, che spesso diventa difficile parlarne in famiglia. La psicologa diventa quindi
intermediaria della realtà: l’aiuta a percepire le proprie risorse presenti nel qui e ora, imparare a riconoscere i propri bisogni e limiti, aiuta a definire l’immagine di sè e sviluppare quel senso di sicurezza necessario per crescere. Diventa inoltre
intermediaria con i genitori, aiutandoli a comprendere i nuovi bisogni dei propri figli e modificare nel caso la comunicazione.
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