Oggi parleremo di un tema molto ampio, non con l’intento di essere esaustive, perchè sarebbe davvero difficile in poche righe, ma raccontandovi da vicino la malattia che negli ultimi anni sembra sempre più presente e spaventosa: IL TUMORE.
Parola ad Alessia Campopiano, dietista:
I dati parlano chiaro: tutti muoiono, e questo non ci stupisce. Fa parte del ciclo della vita.
Un ottavo delle persone che muoiono, però, muoiono di cancro.
Questo, forse, sbalordisce un po’.
Il cancro fa paura perché il cancro uccide.
Il cancro fa paura perché il cancro uccide e per questo è importante prevenirlo.
Nella patogenesi dei tumori rientrano fattori immodificabili (ad esempio, la genetica) e una serie di fattori modificabili (uno a caso, la dieta).
Su quelli immodificabili, come ci suggerisce il termine stesso, non possiamo fare molto.
Quelli modificabili, invece, possiamo agire per fare la differenza tra malattia e salute: molti tumori sono oggi prevenibili con semplici interventi attuati su stile di vita e alimentazione.
La lotta contro il cancro è una lotta su più fronti.
Partirei subito con un messaggio importante:
L’approccio nutrizionale ha estrema bontà nel prevenire la patologia oncologica,
ma nulla può sulla cura (del cancro in quanto tale).
Mi spiego meglio.
Il dietista rientra certamente nell’équipe di cura. Ma non cura il cancro.
Il dietista si occupa della prevenzione degli effetti collaterali tipici della cura di un cancro.
Un esempio tipico è la cachessia neoplastica o più generalmente la malnutrizione.
In generale, infatti, un corpo che lotta contro il tumore è un corpo che necessita di tanta energia e nutrienti che spesso il malato non vuole o non riesce ad assumere: complice un po’ l’assenza di fame, oppure qualche caso di tratti di apparato digerente rimossi… è da considerare che, comunque, un corpo che lotta contro il tumore ha bisogno di più cibo di un corpo sano.
Un esempio tratto da una mia storia di ambulatorio:
Qualche tempo fa un paziente con un famigliare malato di cancro mi ha chiesto se ci fosse qualche intervento nutrizionale atto ad alzare la conta lingocitaria che,quando bassa, non permette la chemioterapia.. in realtà si. Una conta linfocitaria bassa può essere segno di una malnutrizione in atto o di alcune carenze nutrizionali specifiche ( relative ad alcune vitamine, ad esempio) che, una volta trattate, ripristinano la conta linfocitaria.
Per questo è fondamentale richiedere l’intervento di un dietista aggiornato e competente.
Quindi, questa “prevenzione dei tumori in tavola”?
La WCRF (World Cancer Research Fund International) ha pubblicato lo scorso anno un interessante e approfondito documento in merito.
Per quanto sia azzardato cercare di riassumere un progetto così ambizioso e ben fatto, proverò a illustrare in questo articolo le principali raccomandazioni in merito alla prevenzione dei tumori.
Attenzione: di seguito trovate un semplice elenco. Se scorrete sino al termine dell’articolo troverete gli approfondimenti di ciascun punto per esteso.
1) Mantenersi normopeso.
2) Avere uno stile di vita attivo.
3) Consumare cereali integrali, frutta, verdura e legumi.
4) Limitare il consumo di “fast foods” o altri alimenti processati
5) Limitare il consumo di carne rossa e processata
6) Limitare il consumo di bevande zuccherate
7) Limitare il consumo di alcolici.
8) Non utilizzare integratori per la prevenzione del cancro
9) Per le mamme: allattate al seno, se potete.
10) Dopo una diagnosi di cancro: seguire le medesime raccomandazioni.
I più attenti avranno notato che queste raccomandazioni non prevengano unicamente la comparsa dei tumori, ma anche la maggior parte delle patologie non comunicabili.
Oltre alle raccomandazioni generali sulla prevenzione dei tumori, la WCRF cita anche alcune indicazioni specifiche per alc
Avrete notato anche voi che, nel contesto della lotta ai tumori, un approccio nutrizionale diviene davvero il crocevia tra vita e morte.
Ricordate bene, però: la nutrizione coadiuva la terapia, non è la terapia.
Non credete a chi dice di guarire coi succhini, fidatevi di Noi, della Medicina e di chi è guarito davvero grazie ad essa.
Il racconto di Debora, ad oggi infermiera, che ha vinto la sua battaglia :
Alcuni di voi mi conosceranno in veste di infermiera in formazione, dopo l’articolo pubblicato qualche mese fa sulla perdita nella professione infermieristica ma da buona quasi professionista quale sono, ho imparato anche a stare dall’ “altro lato” ovvero quello della paziente. E l’ho imparato molto presto, quando a 16 anni mi diagnosticarono un Linfoma di Hodgkin, un tumore del sistema linfatico con esordio tipico in età adolescenziale e soprattutto in noi donne.
Ricordo quel periodo come un periodo molto difficile, in realtà oggi che sono passati la bellezza di 8 anni, e mi fa strano anche pensarlo, tutto si è sfocato moltissimo e il dolore che ho provato in quel periodo oggi l’ho accantonato e solo in alcune circostanze, a volte, torna fuori.
È stato un periodo di forti cambiamenti fisici e psicologici. Sono cresciuta improvvisamente rispetto ai miei coetanei dal punto di vista della maturità mentale, mi sono vista cadere i miei riccioloni che tanto amavo e tanto proteggevo, ho iniziato a convivere con un ambiente che a quell’età avrebbe dovuto essere più che sconosciuto… l’ospedale.
Ho dovuto fare dei sacrifici, tanti. Diminuire il tempo a scuola, diminuire le uscite con gli amici, le uscite nei luoghi affollati perché per via delle difese immunitarie basse anche un piccolo raffreddore sarebbe stato un casino!
Abbandonare la pallavolo e… il PANINO CON IL SALAME!
Permettetemi di entrare un po’ nel lato professionale, non ce la faccio a sopprimere l’infermiera che vive dentro di me!
Perché il panino col salame? Avete presente la dieta delle donne in gravidanza? Ecco. Io la seguivo ma per motivi diversi soprattutto legati alle difese immunitarie che fanno parte naturalmente del nostro organismo e che sono in grado di proteggerci da qualsiasi “germe” presente nei cibi, nell’aria e così via.
Questo sistema immunitario ci protegge sempre, ma viene attaccato pesantemente durante la chemioterapia che, talvolta, può azzerarlo quasi del tutto.
Ecco perché era diventato importantissimo cuocere bene i cibi, mangiare solo quelli attentamente confezionati, evitare salumi crudi, verdura cruda e insomma, tutto ciò che forse c’è di più buono!
Ma sapete la cosa più strana? Che anche “il dopo” non scherza mica! Quando sono guarita, ho passato diversi mesi, forse anni a leccarmi le ferite e a cercare di rimettere a posto tutti quei pezzettini di me che si erano rotti. In questo senso mi ha aiutato molto il blog che o deciso di aprire e che mi ha permesso di esternare e condividere le mie emozioni e devo dire che per me parlarne è stato veramente terapeutico!
Ma devo dirvi che ho superato anche questo alla grande! E ben presto non solo sono guarita dal tumore ma sono tornata ad avere la mia solita alimentazione, la mia solita routine a scuola e con gli amici.
Negli anni mi sono innamorata sempre di più del mondo della medicina, fino a decidere di farne parte e udite udite, dei capelli super corti! Io, che mai avrei immaginato nella vita di tagliarmeli, li ho tenuti per la bellezza di due anni, corti e rosso fuoco!
un giorno ho preso la decisione di farli ricrescere ed oggi ho di nuovo i miei ricci che scendono birichini sulle spalle e anche con il colore devo dire che sono tornata al mio sobrio castano scuro ma non escludo che in futuro possa tornare a sbizzarrirmi!
Oggi sono una ragazza di 24 anni normalissima, che studia, che ride, che si arrabbia, che va nel panico perché deve andare dal dentista, che ama, che gioca con il suo cane, che vive! Forse anche il doppio, anche per tutti quelli che oggi non possono essere qui a testimoniare come me la guarigione.
Il tumore visto dal punto di visto psicologico:
Proprio così, la malattia diventa una lotta per chi la vive in prima persona e per tutte le persone che sono accanto.
Il trauma di poter perdere la vita, di cambiare completamente tutte le proprie abitudini di vita, di stare spesso male, di non poter vivere momenti in modo spensierato con amici e parenti.
Durante la fase di malattia si cerca la forza per poterne uscire e affrontare tutte queste sfide. Come dice Debora, anche il post diventa un leccarsi le ferite e rimettere insieme tanti pezzi di noi che sembrano essersi sgretolati.
Dobbiamo ritrovarci, fare i conti con il fatto che abbiano rischiato la vita, abbiamo dovuto mettere in standby tutti i nostri progetti che avevamo in mente, tutti i nostri gusti e preferenze: dal cibo, alle attività.
La malattia coinvolge corpo e psiche portando problematiche che coinvolgono tutti i settori della vita personale e sociale delle persone:
- La paura della morte
- La modifica della propria immagine corporea
- La stabilità affettiva
- Le proprie prospettive per il futuro
- Il proprio ruolo famigliare e sociale con relative relazioni intime
Quali sono le reazioni alla malattia?
Ovviamente per ogni persona è differente, ma solitamente si attraversa una fase iniziale di paura e protesta seguita poi da un’intensa rabbia, successivamente si passa a una fase più depressiva per poi arrivare a una riorganizzazione e attivazione.
Ogni persona appunto reagisce in modo diverso: c’è chi cerca di razionalizzare ricercando più informazioni scientifiche possibili per potersi tranquillizzare nel sapere che cosa lo aspetta, chi ne parla molto con famigliari e amici perché la condivisione aiuta a sentire meno le proprie preoccupazioni, chi minimizza o cerca di non pensarci e infine chi si rassegna.
Gli stili di reazione dipendono molto da svariati fattori:
- Medici: il tipo di tumore, la gravità dei sintomi e dolore presente
- Psicologici: in base alla propria storia personale e al proprio tipo di personalità
- Spirituali : con i significati che ognuno vi lega
- Sociali: supporto sociale dalle figure famigliari e amici, che è il primo fattore protettivo per evitare lo sviluppo di disturbi psicopatologici.
Quali sono i bisogni da tenere bene a mente nell’affrontare una patologica oncologica:
- Fisiologici: alimentazione, sonno, riduzione del dolore
- Di sicurezza: non sentirsi abbandonati, ingannati, percepire attenzione rispetto a tutte le difficoltà riscontrate per il proprio corpo, per la cura della persona etc
- Di appartenenza: percepire il rapporto con gli altri, poter esprimere i propri bisogni ed emozioni
- Autostima: sentirsi apprezzati, mantenere il proprio ruolo, poter decidere
- Autorealizzazione: esprimere le proprie progettualità, rivalutare il senso della propria esistenza nel qui e ora.
Il benessere psicofiico della persona è stato sconvolto dalla malattia e terapia, il corpo viene visto come “ una macchina in attesa di pezzi di ricambio”, ma bisogna ricordare che siamo un tuttuno con la nostra mente. (Simonton O.C., Simonton S., 1981).
Perché è importante la psicoterapia durante la malattia e dopo?
La psicoterapia accompagna il paziente a verbalizzare e gestire le paure umane, prima tra tutte quella di morire. Vengono spesso inserite tecniche di rilassamento che possono agire a livello somatico e psichico, le più utilizzate sono collegate al training autogeno, alla mindfulness e visualizzazioni guidate. Queste tecniche permettono un rilassamento corporeo, un maggior distaccamento emotivo dalle situazioni stressanti, controllo dell’ansia e del dolore, restituendo un senso di potere relativo alla persona che non è solo spettatrice passiva delle cure che vengono fatte e degli effetti collaterali che deve affrontare.
A seguito dei trattamenti, anche se la persona è guarita, possono permanere disabiltà fisiche che portano a problematiche psicologiche e sociali. Pensiamo all’asportazione del seno per una donna per esempio, coinvolgerà il ricostruire la propria immagine corporea come donna non solo a livello fisico.
Molti pazienti inoltre che hanno affrontato una malattia oncologica e sono guariti, mostrano la presenza di un disturbo post traumatico da stress con il permanere di ansia, paura, incubi. Molti pazienti evitano di parlare della malattia, evitano addirittura le visite di controllo per paura di una recidiva, continuano ad adottare la modalità “ da guerriero” con atteggiamento ottimista , senza voler ammettere sintomi come ansia e depressione. ( Zoli, 2017)
Quali sindromi psicopatologiche possono presentarsi?
Spesso si tende a considerare la sofferenza psicologica del paziente come “ normale e comprensibile” e il rischio diventa che si sottovaluta l’aiuto che la persona necessita per poterne farvi fronte.
I disturbi più frequenti riscontrabili in onologia sono:
- Disturbi dell’adattamento: dovuti alla completa non accettazione diagnosi di cancro e che portano con sé depressione, ansia, irritabilità, aggressività, labilità emotiva a volte con comportamenti non adeguati. Essi vengono superati in tempi anche relativamente brevi, affiancando la persona con un sostegno psicologico e un’informazione medica sulla propria patologia e aspettative di cura.
- Disturbi d’ansia: sono i più frequenti, con paure, sensazioni di presagi pessimistici, sudorazione, tachicardia etc.
- Disturbo post traumatico da stress: con insonnia, pensieri e incubi intrusivi. Spesso in fase di diagnosi, recidiva o tempo dopo la guarigione.
- Disturbi depressivi: sono in realtà più frequenti gli episodi depressivi, è importante fare molta attenzione nella diagnosi. Si pone attenzione soprattutto sulla totale perdita di interessi, demoralizzazione, impotenza, inutilità, colpa, idee di morte o suicidarie.
- Disturbi della sessualità: mancanza di desiderio, di orgasmo, problematiche di erezione o eiaculazione, legati a implicazioni della malattia e terapie.
- Disturbi psichici su base organica ( stati confusionali) : con disturbi della memoria, dell’attenzione, disorientamento spazio-temporale, agitazione psicomotoria, disturbi del comportamento, deliri, allucinazioni. Tali problematiche vanno considerati in base al tipo di tumore presente, al tipo di terapia etc.
- Disturbi psicotici: non sono molto frequenti, se non per persone con famigliarità del disturbo.
I caregiver, chi sta accanto alla persona con cancro:
Molti malati oncologici hanno bisogno di assistenza dei propri famigliari, caregiver, non sono a livello di vicinanza fisica, ma di aiuto pratico per la propria autonomia.
Il famigliare, secondo diversi studi scientifici, risulta vivere con molto stress l’aiuto ai bisogni fisici, la gestione dei sintomi e negli effetti collaterali, i continui spostamenti in ospedale e relative attesa. Ciò portando a difficoltà nel mantenere la propria resa lavorativa e relative problematiche organizzative ed economiche.
E’ importantissimo che il caregiver abbia un medico/ infermiere di riferimento da poter contattare in caso di bisogno per eventuali dubbi, comparsa di sintomi nuovi. Inoltre che vi siano aiuti economici per visite e cure.
Oltre all’atto pratico è fondamentale che anche i caregivers possano usugfruire di un supporto psicologico per affrontare tale periodo di difficoltà, paura e forte stess.
Il supporto psicologico è fondamentale per il paziente con patologia oncologica, sia esso in prospettiva di guarigione o terminale. Il terapeuta accompagna nell’entrare in contatto con lr proprie emozioni, la paura e il concetto di morte.
Allo stesso tempo è importante supportare i famigliari e gli operatori per poter aiutare al 100% il paziente con cancro.
Ogni settimana eravamo in quattro, non in due, ad incontrarci nel mio studio: io, Paula, la sua morte e la mia.
Mi presentò la mia morte e mi insegnò a pensarci, persino a rendermela amica.
La morte è un evento neutro, cui noi abbiamo imparato ad attribuire il colore della paura.
Cit. Yalom
APPROFONDIMENTO: di seguito trovate i 10 punti del documento del WCRF (World Cancer Research Fund International) pubblicato lo scorso anno relativo alla prevenzione delle patologie oncologiche.
1) Mantenersi normopeso.
Il normopeso viene definito come quello stato fisico in cui rapporto tra il proprio peso (in Kg) e il quadrato della propria altezza (in cm) rientra in un numero compreso tra 18,5 e 25. Questo rapporto è definito come Body Mass Index (BMI).
I più informati sapranno che questo rapporto ha comunque dei limiti: un peso elevato può essere indice semplicemente di un individuo con molta massa muscolare.
Anche la WCRF aveva già pensato a questo: cita infatti il BMI ma poi focalizza l’attenzione sulla componente di massa grassa, affermando che il vero obiettivo sia quello di evitare che questa arrivi a superare il range di normalità.
Il normopeso debba essere l’obiettivo da raggiungere in ogni classe d’età, a partire dall’infanzia.
2) Avere uno stile di vita attivo.
Nell’era del “fit” sembra un’informazione ridondante, eppure è così: lo sport è essenziale anche per la prevenzione dei tumori.
La raccomandazione è, per gli adulti, quella di eseguire almeno 150 minuti di attività moderata e almeno 75 minuti di attività vigorosa alla settimana.
Per quanto riguarda bambini e adolescenti, invece, si consigliano invece 60 minuti di attività moderata al giorno.
L’attività fisica ha tantissime proprietà benefiche. Tra esse, verosimilmente c’è la prevenzione dell’eccesso di peso.
Ma io non ho tempo.
Attività fisica non è solo l’allenamento programmato e strutturato. Infatti, tra le attività moderate si menziona la camminata, le faccende domestiche, il giardinaggio.
Vi sottolineo, però, che farsi seguire da un professionista anche in questo caso può fare la differenza.
Ci sono molti professionisti davvero in gamba in zona.
Take-home message: la sedentarietà è causa di svariate patologie: cerchiamo di tenere i bambini lontani dai tablet.
3) Consumare cereali integrali, frutta, verdura e legumi.
Tutti questi alimenti hanno in comune un buon apporto di fibra (il carboidrato indigeribile dotato di svariate proprietà, tra cui la regolazione del transito intestinale, la stimolazione della sazietà e la regolazione del microbiota).
La raccomandazione è di consumare almeno 30 grammi di fibra al giorno.
La loro bontà risiede specialmente nel prevenire il cancro del colon-retto (intestino).
4) Limitare il consumo di “fast foods” o altri alimenti processati.
Questi alimenti possono concorrere all’eccesso di grasso corporeo che, come detto, è una delle principali cause di cancro.
Inoltre, la WCRF menziona il fatto che il carcinoma endometriale possa essere causato da un carico glicemico alto assunto in cronico a prescindere dall’eccesso di massa grassa. Questo carico glicemico può essere fornito – ma non solo – da una dieta ricca di questi alimenti.
Se avete tirato il fiato sui fast foods, riflettete un attimo su cosa possano essere gli altri alimenti processati.
Parlando di quelli, infatti, in nutrizione pensiamo alle patatine, caramelle, prodotti da forno confezionati.
Non vi preoccupate, potete farne a meno, le alternative ugualmente palatabili ci sono e il vostro dietista di riferimento le conosce certamente.
5) Limitare il consumo di carne rossa e processata.
Questa notizia ha fatto impazzire il Web, ma leggete con attenzione. Non parla di esclusione.
La WCRF infatti raccomanda un’assunzione pari a 350-500 grammi a settimana. Fattibile, vero?
Eliminare la carne significherebbe infatti privarsi di ottime fonti di proteine, ferro, zinco e vitamina B12.
Non ascoltiamo dunque l’allarmismo.
Quali sono le carni processate? Quelle che hanno subito salatura, stagionatura, fermentazione, affumicatura e altri processi simili.
Questi prodotti alimentari, se assunti in eccesso, possono essere causa di cancro del colon-retto.
6) Limitare il consumo di bevande zuccherate.
Le bevande zuccherate sono quelle a cui è stata aggiunto zucchero o quelle con “zuccheri naturalmente presenti”: questo è un particolare caso in cui la corretta lettura delle etichette risulta essenziale.
La raccomandazione è di bere preferenzialmente solo acqua, tanta acqua.
7) Limitare il consumo di alcolici.
Ahinoi, l’alcool è estremamente cancerogeno.
Tutti i benefici presunti (es resveratrolo) non vanno a colmare questi importanti effetti collaterali.
L’alcool in eccesso, infatti, non è solo causa di cancro al fegato, ma anche di tumore al cavo orale, faringe, laringe, esofago (carcinoma squamocellulare), fegato, colon-retto e seno (postmenopausa). Ci sono evidenze possa causare anche cancro allo stomaco e al seno nel premenopausa.
Anche piccole dosi di alcolici possono incrementare il rischio di insorgenza di cancro.
8) Non utilizzare integratori per la prevenzione del cancro.
Questa è in assoluto la mia preferita.
Soprattutto perché il panel della WCRF ha sottolineato una cosa: cercare di raggiungere i fabbisogni dietetici (unicamente) attraverso l’alimentazione.
Nella società di oggi sembra che assumere integratori significhi prendersi cura di sé.
La verità è che in molti casi gli integratori – che non sono spesso una scelta molto economica – non servono.
In tutti gli altri casi fanno male.
Ma come fanno male?
Diamo un esempio: c’è forte evidenza scientifica a supporto del fatto che l’integrazione di beta carotene in soggetti fumatori incrementi il rischio di cancro ai polmoni.
Ma come, il beta carotene? Quello che tutti dicono faccia bene e basta?
Ebbene sì.
9) Per le mamme: allattate al seno, se potete.
L’allattamento al seno è una tematica molto delicata e che va trattata col giusto rispetto.
Purtroppo, in questo contesto sono tante le false informazioni ancora oggi diffuse ed è opportuno e ragionevole fare chiarezza in merito.
Ci sono davvero pochissime condizioni in cui sia indicato non allattare al seno. Per il resto, non c’è scusa che tenga: bisogna farlo. Bisogna lottare affinché il bambino riesca ad attaccarsi correttamente al seno, bisogna fare tutto il possibile e affidarsi, soprattutto in questo caso, a professionisti preparati e competenti.
Allattare al seno aiuta la prevenzione del cancro al seno per la mamma e promuove la salute del bambino.
10) Dopo una diagnosi di cancro: seguire le medesime raccomandazioni.
I dati della letteratura scientifica a tal proposito sono ancora scarni, ma si è concordi nel poter consigliare anche ai sopravvissuti al cancro le stesse raccomandazioni, al fine di poter prevenire adeguatamente le recidive. In bibliografia è presente il link alle linee guida complete, sono in inglese, ma scaricabili gratis.
Spero di aver stuzzicato la vostra curiosità in merito a un tema che, di fatto, mi è molto caro.
Per qualsiasi dubbio, approfondimento o spunto di riflessione siamo disponibili ai recapiti del sito.
Bibliografia: https://www.wcrf.org/dietandcancer/cancer-prevention-recommendations Biondi, Costantini, Grassi " Manuale pratico di psico-ongologia" ( 2009, Pensiero Scientifico Editore) Chan et al., 2018 "Course and Predictors of Post-Traumatic Stress Disorder in a Cohort of Psychologically Distressed Patients With Cancer: A 4-Year Follow-Up Study " Società Italiana Psico-oncologia, 1998 "Standar, opzioni e raccomandazioni per una buona pratica in psico-oncologia" Antonuzzo et al, 2015, " Manuale di cure di supporto in oncologia"
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