Ognuno ha i suoi tempi: nell’articolo di settimana scorsa ho iniziato ad intavolare questo discorso; nella newsletter di Gennaio, dedicata a bambini e adolescenti, abbiamo potuto capire capire in generale la questione “tempo” nello sviluppo dei nostri figli e in quella di lunedì vi ho voluto condividere la storia di M. e dei suoi tempi a scuola che non venivano compresi. Inoltre abbiamo visto i tempi di sviluppo del linguaggio con la dott.ssa Carcano Elena logopedista.

Perchè raccontarti una storia nell’ambito scolastico?

Perchè questa dimensione di “ tempo” i nostri bambini e ragazzi la vivono anche a scuola: una volta si imparavano le tabelline dalla terza elementare, lo stampato minuscolo in seconda e il corsivo dalla terza.  Ad oggi ci sono moltissime nuove correnti di pensiero per l’esposizione all’apprendimento, ognuna molto valida nelle sue sfumature. Però spesso il problema principale diventa finire il programma didattico nei tempi che il sistema scuola impone, mostrare la qualità dell’insegnamento, ma dobbiamo ricordarci quale obiettivo che abbiamo davvero a cuore.

Quali sono i tempi di sviluppo?

La capacità fino-motoria per poter scrivere è stimolata da attività di manipolazione, di gioco con banali perline, con il puntinare lavoretti, con molte attività che oggi sono state sostituite da giochi touch o da attività “ più alte”, ma che non permettono di fare un gradino per volta.

Fino ai 7 anni i bambini apprendono meglio con l’associazione a figure/ immagini, mentre dagli 8 ricordano associandovi parole legate al loro significato e astraendo in modo migliore.

Ciò è importante da ricordare quando si chiede ai bambini di imparare a memoria una poesia, una tabellina o qualsiasi cosa.

Ci sono dei tempi fisiologici di crescita! Ma soprattutto ogni bambino ha i suoi tempi!

I bimbi inseriti alla scuola primaria a 5,5 anni potrebbero metterci un pochino più di tempo per apprendere alcune regole sociali e scolastiche, per approcciarsi correttamente alle richieste, ma anche qui, non vi è una regola! Ognuno di noi ha le sue sfumature, le sue predisposizioni e i suoi campi dove fa un po’ più di fatica.

Deve imparare a rispettare che Lucia abbia bisogno di più tempo per svolgere la verifica, che Luca usi la tavola pitagorica, che Marta abbia un insegnante tutta per sé che l’aiuta a capire meglio, che Fabio debba prendersi delle pause ogni tanto per rimanere meglio concentrato, che Emma aiuti i compagni perché è bravissima in italiano, ma Matteo aiuti poi Emma in matematica, dove i numeri sembrano sempre un po’ un rebus. Dove la maestra possa fermare il programma scolastico e parlare di storie di vita, di quotidianità, di emozioni ce si accompagnano alla perdita di un nonno, di un insulto da altri bambini, da una verifica andata male che ci fa piangere, ma non ci deve abbattere.

Inoltre bimbi con Disturbo Specifico dell’Apprendimento presentano tempistiche più lunghe, che spesso vengono fraintese come poco impegno, distrazione etc., ma anche in questo caso ci sono tempistiche precise per poter far diagnosi! Ne parleremo meglio nei prossimi giovedì sul blog!

 

Per gli adolescenti?

I tempi sembrano essersi abbreviati per molte cose, il voler fare gli adulti è un compito di questa età. Da genitori, da insegnanti, dobbiamo spesso ricordarci di non spingere ulteriormente ad affrettare questi tempi, di non etichettare le esperienze dei nostri figli ma aiutarli a comprenderle, aiutarli a sentire dove vi è il limite che li protegge.

Accompagnamoli a prendersi i loro tempi, concediamogli il tempo di capire chi sono e dove vogliono andare.

Vi sono adolescenti che hanno milioni di compagnie, più o meno condivise dai genitori, ragazzi  invece che faticano ad uscire di casa, non sembrano voler amici, nessuno li comprende e nessuno ha i loro interessi.

E’ un’età complessa, dove i nostri ragazzi cercano di definirsi, cercano di capire cosa gli piace e cosa no, dove spesso devono scegliere la scuola, le amicizie, come mostrarsi, come comportarsi per essere accettati dai pari. Prendiamoli, metaforicamente, per mano, lasciamogli lo spazio per poter provare, ma facciamogli sentire la nostra presenza come guida, un po come un grillo parlante che possa aiutarli a riflettere, a farli sentire meno sbagliati, ma allo stesso tempo che li frena quando possono mettersi in situazioni pericolose.

Insieme abbiamo percorso a grandi linee le tappe di sviluppo con i loro ” compiti” nelle varie fasi di crescita, imparando insieme ad osservare meglio le sfumature di ognuno e vedere quali potrebbero essere i campanelli d’allarme da tenere in mente.

Settimana prossima inizieremo a parlare di un tema molto delicato quanto attuale: la separazione e divorzio dei genitori.

Come sempre sul blog vedremo un aspetto più teorico, mentre nella newsletter vi racconterò esperienze dirette e iniziative in arrivo. Iscriviti subito alla newsletter! Per te subito un regalo da scaricare!

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dott.ssa AnnaLisa Bertoletti- psicologa

 

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